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L'America

 

Testo L'America - 1995/1996

 

A noi ci hanno insegnato tutto gli americani. Se non c’erano gli americani a quest’ora noi, eravamo europei. Vecchi, pesanti, sempre pensierosi, con gli abiti grigi e i taxi ancora neri.
Non c’é popolo che sia pieno di spunti nuovi come gli americani. E generosi, e buoni, e giusti.
Non c’é popolo che sia più giusto degli americani. Anche se sono costretti a fare una guerra, per cause di forza maggiore, s’intende, non la fanno mica perché conviene a loro. No! E’ perché ci sono ancora dei posti dove non c’è né giustizia, né libertà. E loro, eccola lì, pum! Te la portano. Sono portatori, gli americani. Sono portatori sani di democrazia. Nel senso che a loro non fa male, però te l’attaccano. 
L’America é un arsenale di democrazia. E quello che mi ha sempre colpito degli americani è questo gran desiderio questo gran bisogno di divulgare, di esportare il loro modo di vivere, la loro cultura... no, non la cultura... le innovazioni, i fatti di costume ecco, sono portatori sani di cose nuove gli americani. Sempre nel senso che a loro non fanno male però te le attaccano.
Alla fine della seconda guerra mondiale, sono arrivati qui e hanno portato: jeep, scatolette, jeans, cultura... no non la cultura... movimenti dinoccolati, allegria progresso cultura... non la cultura... la Coca-Cola il benessere la tecnologia, lo sviluppo...
E di colpo, l’Europa, la vecchia cara Europa, coi suoi lampioncini fiochi, le sue tradizioni i fiumi, i violini i valzer …
E poi luci e neon, e vita e colori, e poi ponti autostrade, televisioni grattacieli aerei... Chewing-gum! Non c’é popolo più stupido degli americani.
La cultura non li ha mai intaccati. Volutamente. Sì, perché hanno ragione di diffidare della nostra cultura vecchia elaborata, Leonardo Shakespeare Voltaire Hegel Schopenauer. Ma certo, più semplicità, più immediatezza. Loro hanno sempre creato, così, come andare al cesso.
L’America é un paese di giovanotti. Gli americani sono gli unici al mondo, che a Disneyland non si sentono idioti neanche per un attimo. No, io non ce l’ho mica con l’America, no anzi, mi piace. Ce l’ho con gli americanisti di tutto il mondo. L’America, si sa, é stato un errore di navigazione. Mica ci volevamo andare, ci siamo cascati. Ecco cos’è l’America, é uno scivolo, una buca, un’enorme buca col risucchio: SSSCCHHIVVRRUMMM! No un momento, mica ci son cascati tutti subito nooo. All’inizio, c’era anche il vento dell’Est, che tirava come dice la parola, un po’ più in là. Sì, l’Unione Sovietica, con le sue promesse, il suo senso di uguaglianza, di giustizia, l’Internazionale Socialista, la sua cultura... no la cultura anche lì …
E l’Italia, con le sue macerie, ma già con le sue prime luci al neon, oscillava, oscillava: “Meglio di qui... no, meglio di là...”. Chi faceva il tifo per l’uno, chi faceva il tifo per l’altro, insomma, si discuteva, ci si dibatteva tra due culture... ma no, quali culture, tra due bulldozer! Ecco.
Poi a un certo punto, senza preavviso, senza nemmeno che un colonnello dell’aviazione ce lo dicesse, il vento dell’Est smette. E da quel momento, SSSCCHHIVVRRUMMM! Tutti in buca.
Ma come? Non eravamo diversi? Non si oscillava? Non ci si dibatteva? Macché più niente. Tra un imbucato e l’altro non si riconosce più nessuno. Quelli di destra maledizione, mi diventano sempre più democratici. Quelli di sinistra sempre più liberali, e SSSCCHHIVVRRUMMM! Quelli di centro... no, quelli di centro niente da dire: sono sempre stati bucaioli loro. Ma dagli altri, non me lo aspettavo.
E ora tutti a dire: “Che bella la buca... ma che bella la buca... non c’é niente di più democratico della buca... a me piace la buca di Reagan... no, io sono per quella di Clinton, Kennediano, eh già, perché c’é buca e buca eh, viva la buca”.
La buca è l’ineluttabile destino dell’umanità. È lo sviluppo incontrollato e selvaggio, è la spietata legge del più forte intesa come selezione naturale della specie. È l’eroico sacrificio di qualsiasi giustizia sociale. È la vittoria totale del mercato. È il trionfo dell’unica visione del mondo. La buca è l’America!
Ed eccoci qui anche noi, liberi, liberali, liberisti, siamo per la rivoluzione liberale, ma con la solidarietà, siamo liberistici e per il liberalismo, siamo liberaloidi, libertari, libertini. libertinotti. Liberi tutti!
No, a me l'America non mi fa niente bene. Troppa libertà, non c'è niente che appiattisca l'individuo come quella libertà lì. Nemmeno una malattia ti magia così bene dal di dentro.
Come sono geniali gli americani, te la mettono lì, la libertà è alla portata di tutti, come la chitarra. Ognuno suona come vuole, e tutti suonano come vuole la libertà.

 

Presente negli album:

 

Libertà Obbligatoria

 

E Pensare Che C'era Il Pensiero 

E Pensare Che C'era Il Pensiero 1995/1996

 

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L'Uomo Sfera

 

Testo L'Uomo Sfera - 1971

 

Si muove la palla salta rimbalza 
oscilla saltella cade si rialza
scivola ondeggia s’immerge 
galleggia si gonfia si dilata 
si schiaccia si comprime
 
E’ inutile inutile inutile
 
Com’è grande e vuota e bianca e molle 
tenera leggera lieve piena d’aria 
trasparente fragile tonda liscia 
levigata plasmabile umida viscida
 
inutile inutile inutile
 
Non è niente di speciale
e non è poi tanto strana
ha una vita quasi umana
con le sue difficoltà
 
Non ha neanche un gran valore
non pretende quasi niente
e si vende facilmente
senza troppa dignità
 
Si, si certo come vuole lei, come desidera. Solo se mi consente, volevo dire una cosa, una soltanto. Ah no. Non c’è niente da dire, ha ragione mi scusi. Comunque disponga pure di me, quando vuole. Ah ah ah ah, buona questa ah ah ah ah ah
 
Ma tu dimmi non lo sai
quanto schifo che ti fai
 
Si muove l’uomo salta rimbalza
oscilla saltella cade si rialza
scivola ondeggia si immerge 
galleggia si gonfia si dilata 
si schiaccia si comprime
 
E’ inutile inutile inutile
 
Com’è grande e vuoto e docile fragile
ubbidiente riflessivo indifeso inoffensivo
debole meschino vigliacco inchinato
prostrato sudato consenziente affaticato

Inutile inutile inutile 
un uomo inutile inutile inutile 
Una palla inutile

 

Dall'album Il Signor G / I Borghesi - tracce:

 

Il Signor G / I Borghesi 1970/1971 e 1971/1972

Il Signor G  - 1970

  1. Suona Chitarra
  2. Il Signor G Nasce
  3. Io Mi Chiamo G (prosa)
  4. Eppure Sembra un Uomo
  5. Il Signor G e l'Amore
  6. G Accusa (prosa)
  7. Il Signor G Dalla Parte Di Chi
  8. Il Signor G Sul Ponte
  9. L'Orgia (prosa)
  10. Le Nostre Serate
  11. Com'è Bella la Città (1970)
  12. Il Signor G Incontra un Albero (prosa)
  13. Il Signor G e Le Stagioni
  14. Preghiera (prosa)
  15. Io Credo
  16. Maria Giovanna
  17. Il Signor G Muore

 

I Borghesi  - 1971

  1. I Borghesi
  2. Ora Che Non Sono Più Innamorato
  3. Che Bella Gente
  4. La Chiesa Si Rinnova (1971)
  5. Evasione
  6. L'Uomo Sfera
  7. L'Amico
  8. Latte 70
  9. A Mezzogiorno
  10. Due Donne
  11. Un Gesto Naturale

 

 


 

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Si Può (1991/1992)

 

Testo Si Può - 1991/1992

 

Si può si può si può siamo liberi come l’aria
si può
si può siamo noi che facciam la storia
si può

Si può io mi vesto come mi pare
si può sono libero di creare
si può son padrone del mio destino
si può posso mettermi un orecchino
si può

Si può fare critiche dall’esterno
si può sputtanare tutto il governo
si può non far uso dei congiuntivi
si può siamo liberi e trasgressivi
si può

Basta uno spunto qualunque
la nostra fantasia non ha confini
basta un pennello un colore
e noi siamo pronti a perpetuare
la creatività dei popoli latini

Si può fare i giovani a sessant’anni
si può regalare i blue jeans ai nonni
si può in ignobili trasmissioni
si può schiaffeggiarsi come coglioni

Si può far politica ci fumetti
si può divertirsi con Andreotti
si può con la satira che straripa 
si può fare il verso persino al papa
si può

Con quella vena di razza italiana
che è vivace e battagliera
è naturale che poi siamo noi
che possiamo cambiar tutto a patto 
che si lasci tutto come era

Si può siamo liberi come l’aria
si può siamo noi che facciam la storia
si può
libertà libertà libertà libertà obbligatoria

Sono assai cambiato 
Sono così spregiudicato
sono infedele sono matto
posso far tutto

Viene la paura di una vertigine
totale viene la voglia un po'
anormale
di inventare una morale

Utopia utopia utopia pia pia trrrr

Si può ignorare gli intellettuali
si può fare il tifo per gli animali 
si può far la guerra per scopi giusti 
si può siamo autentici pacifisti
si può

Per ogni assillo o rovello sociale
sembra che la gente goda
tutti che dicon la loro
facciamo un bel coro di opinioni
fino a quando il fatto non è più di moda

Si può rovesciare la notte e il giorno
si può eccitarsi con un film porno 
si può patteggiare sulla galera
si può ricantare Faccetta nera
si può

Si può trasgredire qualsiasi mito
si può invaghirsi di un travestito
si può consultarsi con una strega
si può farsi ognuno una bella lega
si può

In questa tua libertà illimitata
di espressione di parola
l’unica rivoluzione 
che noi abbiamo fatto ha un difetto
è la rivoluzione della Coca Cola

Si può siamo liberi come l’aria
si può siamo noi che facciam la storia
si può

Ma come? Con tutte le libertà che avete, volete anche la libertà di pensare?

Utopia  utopia utopia pia pia trrrrr
libertà libertà libertà libertà 
libertà libertà libertà libertà 
libertà libertà libertà libertà

 

Presente negli album:

 

Libertà Obbligatoria

Libertà Obbligatoria 1976/1977

 

Il Teatro Canzone

Il Teatro Canzone 1991/1992

 

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L'Amico

 

Testo L'Amico - 1971

 

Beh cos’è quella faccia eh
dai su non ne facciamo un dramma
vedrai che quando sei guarito 
ci ridi sopra
 
Ma cosa fai ma cosa fai
dai non piangere
sei peggio d’un bambino.
 
Ma guarda un po’ alla tua età
dai finiscila
che vuoi che sappiano le suore
 
Ma smettila fissato
è chiaro che guarisci
ma che ti metti in mente
vedrai che starai bene
 
Vedrai vedrai vedrai 
andremo in giro insieme
e troveremo il bosco pieno di animali 
e poi andremo con la barca 
dove il mare è alto in mezzo ai pescecani
 
E dopo stanchi morti
andremo fuori a cena dalla zia Morina
che ci farà il coniglio
e ci darà quel vino che c’ha solo lei
 
Vedrai vedrai
ci ubriacheremo insieme
e canteremo in coro le nostre canzoni
e poi ci butteranno fuori
e sveglieremo tutti pieni d'allegria
 
Ma cosa fai ma cosa fai
ma piangi ancora dai
non è poi tanto grave
 
Non far cosi da’ retta a me
non hai niente 
ho già parlato col dottore
 
Ti senti di morire 
ma via che cosa dici
vedrai che domattina 
starai senz’altro meglio
 
Vedrai  vedrai vedrai
ti porterò a ballare
e ti farò sentire in forma come allora 
vedrai le nostre mogli a casa 
andremo in giro soli in cerca d'avventura
 
E come da ragazzi
tu sarai il migliore e mi farai soffrire
mi ruberai la donna
e mi dirai ridendo che ami solo lei
Vedrai Vedrai
ci ubriacheremo insieme
e canteremo in coro le nostre canzoni 
e poi ci butteranno fuori 
e sveglieremo tutti pieni d'allegria 
vedrai...vedrai...vedrai…  

 

Presente in:

  

Il Signor G / I Borghesi   

 

Dialogo Tra Un Impegnato E Un Non So 

Dialogo Tra Un Impegnato E Un Non So (1972/1973)

 

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La Paura

 

Testo La Paura - 1991/1992

 

E camminando di notte, nel centro di Milano, semideserto e buio e vedendomi venire incontro, l’incauto avventore, ebbi un piccolo sobbalzo nella regione epigastricoduodenale che a buon diritto chiamai, paura o vigliaccheria emotiva.
Sono i momenti in cui amo la polizia. E lei lo sa, e si fa desiderare. Si sente solo il rumore dei miei passi, avrei dovuto mettere le Clark.
La luna immobile e bianca, disegna ombre allungate e drittissime. Non importa, non siamo  mica qui per fare delle fotografie dai.
Cappello in testa, e impermeabile chiaro che copre l’abito scurissimo, l’uomo che mi viene incontro, ha pochissime probabilità di essere Humprey Bogart. Le mani stringono al petto qualcosa di poco chiaro. 
Non posso deviare, mi seguirebbe, il caso cane gatto è un esempio chiarissimo. Finché nessuno scappa, non succede niente, appena uno scappa, quell’altro ... Ed è giusto, perché se uno scappa, deve avere una buona ragione per essere seguito, altrimenti che scappa a fare? Da solo? In quel caso si direbbe semplicemente, corre,  e se  lui non mi seguisse, non ho voglia di mettermi a correre come un cretino alle due di notte per Milano, senza le Clark.
La luna, è sempre immobile e bianca, come ai tempi in cui c’erano ancora le notti d’amore. Non importa, proseguo per la mia strada, non devo aver paura, la paura è un odore, e i viandanti lo sentono. Sono peggio delle bestie questi viandanti, è chiaro che lo sentono. 
Ma perché sono uscito? Avrei dovuto chiudermi in casa, e scrivere sulla porta, non ho denaro, a titolo di precauzione, per scoraggiare ladri e assassini. E lo strangolatore solitario? Quello se ne frega dei soldi. 
Dovrei andare a vivere in Svizzera, non si è mai abbastanza coraggiosi da diventare vigliacchi definitivamente.
Ma l’importante ora è andare avanti, deciso. Qualsiasi flessio¬ne, potrebbe essere di grande utilità al nemico. La prossima traversa è vicina e forma un angolo acuto... acuto o ottuso, non importa. Però sento che lo potrei raggiungere l’angolo, e allora... ma il nemico avanza, allunga il passo, o è una mia impressione?
Ricordati del cane e del gatto, anche lui ha paura di me. Devo puntargli addosso come un incrociatore, sì, avere l’aria di speronarlo, ecco così, è lui che si scosta disegna una curva. No, mi punta. 
Siamo a dieci metri. Le mani stringono al petto... un grosso mazzo di fiori, un mazzo di fiori? Chi crede di fregare? Una pistola, un coltello, nascosto in mezzo ai tulipani, come sono furbe le forze del male. 
Eccolo, è a cinque metri, è finita, quattro tre due un... 
Ahhhh, niente, era soltanto, un uomo. Un uomo che senza il minimo sospetto, mi ha sorriso, come fossimo due persone. E’ strano, ho avuto paura di un’ombra nella notte, ho pensato di tutto, l’unica cosa che non ho pensato... è che poteva essere semplicemente, una persona.
La luna, continua a essere immobile e bianca, come ai tempi in cui, c’era ancora l’uomo.

 

Presente negli album:

 

Polli D'Allevamento

Polli D'Allevamento 1978/1979

 

Il Teatro Canzone

Il Teatro Canzone 1991/1992

 

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