(di Gaber-Tarozzi / edizioni Curci)
L’acqua che passa l’acqua che scorre
tira un gran vento e piove un po’ 
è notte fonda c’è qualche lume 
sto sopra il ponte e guardo il fiume
 
A cosa pensi mio signor G
pensi alla vita a ciò che finì
a ciò che hai detto a ciò che hai fatto
e al tuo coraggio al tuo passato 
che è già passato.
 
L’acqua che passa  l’acqua che scorre 
dentro quel buio oltre quel buio 
fa molto freddo è quasi inverno 
sto sopra il ponte in un inferno
In un inferno mio signor G
via non diciamo frasi così
tutto s’aggiusta questo è il tuo motto 
non lo ricordi hai sempre avuto 
quello che hai dato.
 
L’acqua che passa l’acqua che scorre 
come una nenia che non finisce 
io che la guardo come assopito 
ci farei un tuffo tutto vestito
Tutto vestito mio signor G
ma lascia stare va via di lì 
ritorna a casa tra le tue mura 
tra i tuoi parenti se hai strane voglie 
pensa a tua moglie.
 
L’acqua che passa l’acqua che scorre 
che non riflette neppure una stella 
passa una coppia vive qualcuno 
e su quel ponte 
non c’è più nessuno