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E la Città Non Lo Sa

 

Testo E la Città Non Lo Sa - 1964

 

Un giorno come un altro
illumina le case si accendono le cose
e la città non lo sa.

Un’ora come un'altra
chi vive per amore chi muore di dolore
chi vive e non lo sa.

Un giorno come un altro
la gente passa e va
e la città non lo sa.

La luce della sera
già muore sulle case si spengono le cose
e la città non lo sa.

Fra poco tutto tace
si muove un po’ di luce sul tram che se ne va
e la città non lo sa.

Un giorno come un altro
la gente passa e va
e la città non lo sa.

 

Presente negli album: 

 

Le Canzoni Di Giorgio Gaber 

Le Canzoni Di Giorgio Gaber

 

  Rock' n' Roll, Amore e Storie Metropolitane    

Rock' n' Roll, Amore e Storie Metropolitane

 

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Il Suicidio (prosa)

Testo Il Suicidio (prosa) - 1978/1979

 

Com’è cambiata questa camera, prima era un casino di fogli foglietti, tutto al muro, manifesti, Marx Engels, attaccati male. Partiva un chiodo, e bluf, giù un testone, e poi prima che torni la giornata del chiodino... no, una bella imbiancata e via.
Fa tristezza, tz, è abitudine, il mio bell’armadione, lo specchio... va be’, spogliamoci, va. Che faccia ragazzi, le spalle curve, le gambe magre, e queste mutande, pervinca, mah  questa volta va a finire che lo faccio davvero. Certo, che senso ha? Magari davanti allo specchio, nudo, sì via anche le mutande. 
Ecco, questo sono io. Gli specchi non servono a niente, non so neanche che faccia avrò con gli occhi chiusi. Non riesco a fregarlo, non importa, questa volta mi ammazzo davvero. Mi ricordo che una volta volevo ammazzarmi per amore, mi aveva detto che non mi amava più, un attimo prima che glielo dicessi io, maledizione, quel tanto che basta per farti impazzire. Ti senti escluso abbandonato, e lei non si accorge neanche dell’ingiustizia che ti ha fatto. E  tu ti ammazzi. Così impara…educativo, e dopo, ti ama per tutta la vita. La sua vita. Cazzate, suicidi a caldo.
Ma tu guarda che faccia ragazzi, non ci ho mica la faccia di uno che soffre, è il mondo che…suicidio a freddo, di controinformazione. Pum e tutto cambia, e il mondo tremendo e ostile, viene subito a rotolarsi ai tuoi piedi come una palla docile sorniona scodinzolante  affettuosa…un cocker. Va be’, sembra che poi nessuno c’abbia avuto la soddisfazione di vederlo, il cocker.
Quasi quasi mi rivesto, e vado da Giuseppe, Giuseppe è sensibile, so già cosa mi dice, ci sono mille modi di riinteressarsi alla vita. Lui ci crede ciecamente nelle passioni, mille modi, c’è gente che fotografa gli uccelli nei loro nidi, e fa dei corsi meravigliosi per impadronirsi di questa tecnica speciale. 
Ci sono davvero questi corsi eh. C’è tutto. Nooo, non devo andare da Giuseppe, non posso distrarmi con la fotografia, siamo così futili, che le distrazioni ci possono impedire di morire.
No, meglio Athos, Athos è obiettivo, non sta mica a tirarmi su di morale con delle cazzate dai,  vado lì, gli racconto tutto, tutto tutto, fino alla fine… E, ecco, lo vedi anche tu, sono un fallito, e lui, si, e mi indica la scogliera. ‘Sto deficiente, insensibile, ma che si ammazzi lui, la scogliera ... casomai il modo me lo scelgo io, un modo che sia mio, un modo giusto per…
Bisogna essere prudenti, quando ci si ammazza, la scogliera. La scogliera va bene per Bergman, nordico, religioso.
Gia, come si ammazzerà la gente importante? Non so, la Mina, aspidi. Maledetta, non ne sbaglia una.
E Antonioni il regista, gassss, gas a bombole, ssssss. 
E Arbasino… svenamento un classico. 
E Moravia…Moravia, si prepara calmo, sereno, sobrio, due righe, quattro righe, dodici volumi, e si fa murare vivo…e dopo si sente, pum pum. 
E Lucio Battisti? A fari spenti, con Mogol, questa era facile però. E Pannella, Marco Pannella, eccolo me lo vedo, piccola conferenza stampa, la stanza circondata da amici…la cicuta. E lui che parla calmo, con Adele Facio, con Spadaccia ... e questa volta muore davvero. E si, ognuno c’ha la propria estetica.
E io, con questa faccia, questa camera, queste mutande, potrei buttarmi sotto un…come se fosse, una forte attrazione fisica, una cosa bella, un momento di gioia. Troppo vitale, esteticamente vecchio sa di poeti. Oppure potrei uccidermi senza nessun dolore,  nessuna rabbia, nessuna passionalità, senza nessuna voglia di riscatto. 
Un suicidio svedese, più adeguato a quello che succede. Eppure sento, che anche questo è già vecchio, esteticamente.
Forse oggi, esteticamente, mi rimetto gli slip pervinca, mi rivesto, esco, e vedremo come va a finire.
C’è una fine per tutto. E non è detto che sia sempre la morte.

 

Presente negli album:

 

Polli D'Allevamento

Polli D'Allevamento 1978/1979

 

Il Teatro Canzone

Il Teatro Canzone 1991/1992

 
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Quando E' Moda E' Moda

 

Testo Quando E' Moda E' Moda - 1978/1979

 

Mi ricordo la mia meraviglia e forse l’allegria 
di guardare a quei pochi che rifiutavano tutto 
mi ricordo certi atteggiamenti e certe facce giuste 
che si univano come un’ondata che rifiuta e che resiste

Ora il mondo è pieno di queste facce 
è veramente troppo pieno
e questo scambio di emozioni 
di barbe di baffi e di chimoni 
non fa più male a nessuno.

Quando è moda è moda quando è moda è moda
quando è moda è moda  quando è moda è moda

Non so cos’è successo 
a queste facce a questa gente 
se sia solo un fatto estetico 
o qualche cosa di più importante

Se sia un mio ripensamento 
o la mia mancanza di entusiasmo 
ma mi sembrano già facce 
da rotocalchi o da ente del Turismo.

Quando è moda è moda  quando è moda è moda
quando è moda è moda  quando è moda è moda
 
E visti alla distanza 
non siete poi tanto diversi 
dai piccolo borghesi 
che offrono champagne e fanno i generosi

Che sanno divertirsi 
e fanno la fortuna e la vergogna 
dei litorali più sperduti e delle grandi spiagge 
della Sardegna.

Quando è moda è moda quando è moda è moda

E anche se è diverso 
il vostro grado di coscienza
quando è moda è moda 
non c’è nessuna differenza
Tra quella del playboy 
più sorpassato e più reazionario
a quella sublimata 
di fare una comune o un consultorio.

Quando è moda è moda  quando è moda è moda
quando è moda è moda  quando è moda è moda
 
Io per me se ci avessi 
la forza e l’arroganza 
direi che sono diverso 
e quasi certamente solo

Direi che non riesco a sopportare 
le vecchie assurde istituzioni
e le vostre manie creative 
le vostre innovazioni.

Io sono diverso
io cambio poco 
cambio molto lentamente 
non riesco a digerire 
i corsi accelerati da Lenin all’Oriente

E anche nell’amore 
non riesco a conquistare la vostra leggerezza
non riesco neanche a improvvisare 
o a fare un po’ l’omosessuale
tanto per cambiare.

Quando è moda è moda quando è moda è moda.

E siete anche originali 
basta ascoltare qualche vostra frase 
piena di nuove parole 
sempre più acculturate sempre più disgustose

Che per uno normale 
per uno di onesti sentimenti 
quando ve le sente in bocca 
avrebbe una gran voglia 
che vi saltassero i denti.

Quando è moda è moda  quando è moda è moda
quando è moda è moda  quando è moda è moda

Io per me se ci avessi 
la forza e l’arroganza 
direi che non è più tempo 
di fare mischiamenti 
Che è il momento di prender le distanze 
che non voglio inventarmi più amori 
che non voglio più avervi come amici 
come interlocutori

Sono diverso e certamente solo 
sono diverso perché non sopporto 
il buon senso comune 
ma neanche la retorica del pazzo

Non ho nessuna voglia 
di assurde compressioni 
ma nemmeno di liberarmi a cazzo

Non voglio velleitarie mescolanze con nessuno 
nemmeno più con voi
ma non sopporto neanche
la legge dilagante del fatti i cazzi tuoi

Sono diverso sono polemico e violento 
non ho nessun rispetto per la democrazia 
e parlo molto male di prostitute e detenuti 
da quanto mi fa schifo chi ne fa dei miti

Di quelli che diranno 
che sono qualunquista 
non me ne frega niente 
non sono più compagno 
né femministaiolo militante

Mi fanno schifo le vostre animazioni 
le ricerche popolari e le altre cazzate
e finalmente non sopporto le vostre donne liberate 
con cui voi discutete democraticamente

Sono diverso perché quando è merda è merda 
non ha importanza la specificazione 
autisti di piazza studenti barbieri santoni artisti operai 
gramsciani cattolici nani datori di luci baristi 
troie ruffiani paracadutisti ufologi

Quando è moda è moda quando è moda è moda
Quando è moda è moda quando è moda è moda
Quando è moda è moda quando è moda è moda
Quando è moda è moda quando è moda è moda

 

Dall'album Polli D'Allevamento - tracce:

 


Polli D'Allevamento 1978/1979 

 

PRIMO TEMPO

  1. Introduzione-prosa
  2. Timide Variazioni
  3. Chissà Nel Socialismo
  4. Prima Dell'Amore (prosa)
  5. L'Esperienza
  6. La Paura (prosa)
  7. La Pistola
  8. Il Vecchio (prosa)
  9. I Padri Miei
  10. I Padri Tuoi
  11. Gli Oggetti (prosa)
  12. La Festa

 

SECONDO TEMPO

  1. Situazione Donna (prosa)
  2. Eva Non E' Ancora Nata
  3. Dopo L'Amore (prosa)
  4. L'Uomo Non E' Fatto Per Stare Solo (canzone-prosa)
  5. L'Ingenuo (prosa)
  6. Polli D'Allevamento
  7. Il Palazzo (prosa)
  8. Salviamo 'Sto Paese
  9. Guardatemi Bene
  10. Il Suicidio (prosa)
  11. Quando E' Moda E' Moda
  12. Finale
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Ciao Ti Dirò

 Testo Ciao Ti Dirò - 1958

 

Giurami che tu
ami solo me
pupa non scherzar
voglio il tuo amore sol per me

Se no ciao ti dirò
pupa ciao ti dirò
pupa ciao ti dirò

Ti dirò ba ba baciami e ti lascerò

Solamente tu
vivi nel mio cuor
tutto sei per me
e mi dispero quando penso che

Ciao ti dirò
pupa ciao ti dirò
pupa ciao ti dirò

Ti dirò ba ba baciami e ti lascerò

Quando senza amor
solo resterò
tornerò da te 
ma non avrò parole solo

Ciao ti dirò
pupa ciao ti dirò
pupa ciao ti dirò

Ti dirò ba ba baciami e ti lascerò

Solamente tu
vivi nel mio cuor
tutto sei per me
e mi dispero quando penso che

Ciao ti dirò
pupa ciao ti dirò
pupa ciao ti dirò

Ti dirò ba ba baciami e ti lascerò

Quando senza amor
solo resterò
tornerò da te 
ma non avrò parole solo

Ciao ti dirò
pupa ciao ti dirò
pupa ciao ti dirò

Ti dirò ba ba baciami e ti sposerò.

 

Presente negli album: 

 

 Rock' n' Roll, Amore e Storie Metropolitane  

Rock' n' Roll, Amore e Storie Metropolitane

 

Prima del Signor G - Giorgio Gaber 1958/1970

Prima del Signor G - Giorgio Gaber 1958/1970

 

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Finale

 

Testo Finale - 1978/1979

 

Nella penombra della scena l’attore prosegue, senza intaccare minimamente l’ordine prestabilito.
Avrebbe voglia di rovesciare tutto, di introdurre un’inversione, uno sfasamento, una confusione, una curvatura. Ma anche negli atti più insoliti, la sua vita è un meccanismo perfettamente oleato.
Qualche rara volta sembra che si riesca veramente a romperlo, una specie di magia. 
Per un istante il meccanismo regolato della scena si interrompe, a metà di una frase l’attore si arresta, la sa a memoria questa parte che recita ogni giorno, ma forse questa sera si rifiuta di andare avanti, gli altri personaggi si irrigidiscono col braccio alzato. La misura che l’orchestra aveva cominciato si prolunga indefinitamente, bisognerebbe ora fare qualcosa.                                 

Dire una parola, una parola qualunque, che non sia scritta nel copione….

 

Dall'album Polli D'Allevamento - tracce:

 


Polli D'Allevamento 1978/1979 

 

PRIMO TEMPO

  1. Introduzione-prosa
  2. Timide Variazioni
  3. Chissà Nel Socialismo
  4. Prima Dell'Amore (prosa)
  5. L'Esperienza
  6. La Paura (prosa)
  7. La Pistola
  8. Il Vecchio (prosa)
  9. I Padri Miei
  10. I Padri Tuoi
  11. Gli Oggetti (prosa)
  12. La Festa

 

SECONDO TEMPO

  1. Situazione Donna (prosa)
  2. Eva Non E' Ancora Nata
  3. Dopo L'Amore (prosa)
  4. L'Uomo Non E' Fatto Per Stare Solo (canzone-prosa)
  5. L'Ingenuo (prosa)
  6. Polli D'Allevamento
  7. Il Palazzo (prosa)
  8. Salviamo 'Sto Paese
  9. Guardatemi Bene
  10. Il Suicidio (prosa)
  11. Quando E' Moda E' Moda
  12. Finale
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