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ATTIVITÀ

E PENSARE CHE C'ERA IL PENSIERO

E PENSARE CHE C'ERA IL PENSIERO

Maddalena Crippa è in scena al Teatro Menotti con "E pensare che c’era il pensiero" da venerdì 4 febbraio al 27 febbraio 2011.
Dopo le fortunate esperienze di Sboom e A Sud dell’Alma, Maddalena Crippa, prima donna ad affrontare l’universo gaberiano con un “repertorio tanto originale quanto maschile”, torna a confrontarsi con il Teatro-Canzone, in uno spettacolo culto per molte generazioni: E pensare che c’era il pensiero.

 

E pensare che c'era il pensiero

'E pensare che c'era il pensiero', con Maddalena Crippa; regia di Emanuela Giordano. Produzione Tieffe Teatro Stabile d'Innovazione. Stagione teatrale 2009/10, 2010/11.
 
 
Tieffe Teatro Stabile d'Innovazione 
in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber
E pensare che c'era il pensiero
dall'opera di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
con Maddalena Crippa
 
regia Emanuela Giordano
al pianoforte Massimiliano Gagliardi
coriste Chiara Calderale, Miriam Longo, Valeria Svizzeri
 


Maddalena Crippa è in scena al Teatro Menotti con E pensare che c’era il pensiero da venerdì 4 febbraio al 27 febbraio 2011.
Dopo le fortunate esperienze di Sboom e A Sud dell’Alma, Maddalena Crippa, prima donna ad affrontare l’universo gaberiano con un “repertorio tanto originale quanto maschile”, torna a confrontarsi con il Teatro-Canzone, in uno spettacolo culto per molte generazioni: E pensare che c’era il pensiero.
Con Emanuela Giordano, che cura la regia dello spettacolo, Maddalena Crippa riporta in scena, quel rigoroso percorso teatrale costruito da Gaber e Luporini tra il 1994 e 1996, riletto, ripensato, metabolizzato e proposto al femminile, grazie a un’interpretazione assolutamente inedita.
Il coordinamento musicale dello spettacolo è di Arturo Annecchino. Gli arrangiamenti di Massimiliano Gagliardi al pianoforte, assieme ad un trio di giovanissime vocalist, fanno da contrappunto al canto di Maddalena Crippa.
Un Gaber che mantiene tutta la forza delle sue parole, che ancora oggi ci fa riflettere perché capace di interrogarsi, di scendere nel privato o aprirsi al sociale, di “stare” nel presente, riuscendo a decifrarlo e persino ad anticiparlo, mettendosi in gioco in prima persona in una costante ricerca.
Maddalena Crippa incontrerà il pubblico alla Feltrinelli Express della Stazione Centrale, martedì 8 febbraio alle ore 18,30. Conduce Massimo Bernardini.
 

Dal primo istante mi è stato chiaro che, in quanto donna, non avrei mai potuto, soprattutto non avrei mai voluto, “rifare” Gaber. Credo che ogni grande artista sia irripetibile ed inimitabile. Gaber e Luporini hanno davvero inventato un nuovo modo di abitare il palcoscenico e la canzone, rinnovando l'unione tra parola e musica, riflettendo, interrogandosi, scendendo nel privato o aprendosi al sociale, stando nel presente, riuscendo spesso a decifrarlo e persino ad anticiparlo, mettendosi in gioco in prima persona in una costante ricerca. Proprio nell'onestà di questa "ricerca", a tratti perfino corrosiva, e nel bisogno di condividerla, sta il punto di contatto con me, con tutti noi, con l'oggi. Vale la pena di riascoltare le sue parole, specie in un momento tanto buio sia per la cultura che per le coscienze. Sono felice e orgogliosa che il destino mi abbia riservato una simile opportunità.
- Maddalena Crippa -
 
Ho sempre seguito Gaber, l’ho ascoltato, l’ho cantato ma soprattutto ho visto i tutti i suoi spettacoli.
È nell’averlo visto in scena il ricordo più bello. Ed è stata spesso una lezione. Potergli rendere omaggio mi onora.
Ma la cosa che mi entusiasma di questo E pensare che c’era il pensiero è l’idea di un Gaber riletto e ripensato al femminile, grazie all’interpretazione di Maddalena Crippa.
Allontanato in primo luogo il rischio, assai diffuso, di fare Gaber “imitando” Gaber, abbiamo cercato nei suoi testi e nelle sue canzoni l’onesta corrispondenza con quello che siamo noi oggi. Aggiungi un appuntamento per oggi: soggetti sociali pensanti, non disposti ad affogare nel liquame che ci viene proposto come unico antidoto alla fatica di esistere.
Maddalena Crippa, attraverso Gaber, grazie a quello che ci ha lasciato in eredità, canta e racconta la sua (nostra) idea del vivere, i suoi perché, le sue paure. E lo fa volutamente, con fascino, ironia, e potenza di donna.

- Emanuela Giordano -
 
Quello che sembrava fosse un inarrestabile processo rivoluzionario sul piano delle coscienze, prima ancora che su quello storico e politico, comincia a mostrare i suoi limiti, le sue incertezze, i suoi tentativi un po’ patetici di nascondere contraddizioni sempre più evidenti. L’appiattimento dell’individuo preconizzato dai vari Adorno e Marcuse, è qui presentissimo. Si comincia ad avvertire un senso di impotenza, di incapacità a contrapporre istanze diverse al modello americano e alla sua trionfale avanzata. Si percepisce il disagio di una sconfitta collettiva che ci ostiniamo ancora a non voler riconoscere come tale.
- Gaber - Luporini -